Parco Ducale di Pavullo nel Frignano
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Il Parco Ducale di Paullo (MO) si estende su una superficie di 14 ettari circa, andando dal Palazzo Ducale e dalla Via Giardini verso la pendice del Monte dei Frati, sino a sfumare nel bosco.
La sua storia è legata a quella del Palazzo Ducale, fatto costruire dal duca Francesco IV d’Este (1779-1846), sia come residenza per la villeggiatura della corte in montagna (era la località allora più facilmente raggiungibile da Modena, grazie alla via Giardini, realizzata nella seconda metà del ‘700), sia per valorizzare la zona più povera e lontana del Ducato.
Il Palazzo, semplice e austero, fu progettato dall’ingegnere Sante Cavani secondo i canoni dell’architettura neoclassica. I lavori iniziarono a fine 1830, furono interrotti nel 1835, ripresi nel 1838 e terminarono solo nell’autunno 1844. Il parco iniziò a essere realizzato dal 1843, dal capo giardiniere ducale Karl Huller, che ne proseguì l’impiantia anche dopo la morte di Francesco IV e fino alla caduta del Ducato nel 1859.
Alla morte di Francesco IV nel 1846, gli succede suo figlio Francesco V che continua a utilizzare il Palazzo Ducale come residenza estiva, fino all’Unità d’Italia.
Nel momento di maggior splendore, il parco si estendeva per decine di ettari intorno al palazzo: dietro, verso monte, Huller creò un giardino paesaggistico, con boschetti, macchie di conifere, radure, rocce e ruscelli; davanti, dodici ettari di prati e medicai, in cui pascolavano cavallini dalmati; in prossimità del palazzo, infine, realizzò su retro alcune aiuole neoclassiche, e, davanti, un giardino ornamentale, con aiuole di piante annuali e bulbose e una galleria arborea per l’accesso delle carrozze.
In quasi vent’anni, Huller piantò diverse migliaia di alberi e arbusti: numerose conifere (abeti rossi e bianchi, pini neri e silvestri, larici, cedri), latifoglie tipiche del paesaggio vegetale padano (olmi, tigli, frassini, aceri montani, ricci e campestri) ed esotiche (spini di Giuda, catalpe, robinie a fiore rosa, salici piangenti, mimose, ecc.). La presenza botanica originaria del parco era molto più ricca di quella attuale (erano molto di più le conifere, amate da Francesco IV, abbattute negli anni passati per il legno, ma comprende ancora quasi tutti i tipi di vegetazione che caratterizzano la zona di Pavullo: il querceto, il bosco di aghifoglie, il bosco di latifoglie con prevalenza di aceri, frassini e cerri.
Con la fine del Ducato, il Parco, divenuto pubblico, venne lasciato a sè stesso sino agli anni ’20 del Novecento, quando il Corpo Forestale dello Stato ne ha effettuato il rimboschimento, alterando così il disegno originario del parco. Nel 2008 è stato però sottoposto a un importante lavoro di riqualifica da parte dell’Amministrazione comunale di Pavullo.
Con la fine del Ducato, il Parco, divenuto pubblico, venne lasciato a sè stesso sino agli anni ’20 del Novecento, quando il Corpo Forestale dello Stato ne ha effettuato il rimboschimento, alterando così il disegno originario del parco. Nel 2008 è stato però sottoposto a un importante lavoro di riqualifica da parte dell’Amministrazione comunale di Pavullo.
Oggi la parte più strutturata del parco è quella posteriore al palazzo, e comunica con quest’ultimo grazie a una terrazza, che in epoca ducale era un salotto all’aperto; più in basso, si estende una vasta radura erbosa, in cui crescono imponenti esemplari arborei, esotici (cedri del Libano, fra cui il monumentale “Pinone”, sequoie della California, sequoie giganti, tuie giganti), e autoctoni (tigli, faggi, aceri montani), molti dei quali risalenti all’impianto originario. A nord della radura si trova una fontana con una vasca circolare, risalente agli anni ’20 del secolo scorso, e, poco sopra, un’altra fontana a getto continuo. Sopra la radura, si ritrova una fitta copertura arborea, in basso formata da conifere (abeti rossi, pini neri e silvestri) e in alto da una fustaia dominata dal cerro (Quercus cerris).
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