Parco di Villa Cornaro Revedin Bolasco

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TRATTO DA: “I giardini delle ville venete”, di Camilla Zanarotti, Silvana Editoriale, per gentile concessione dell’autrice.

Il Paradiso’ è il nome con cui questo luogo veniva chiamato per la magnificenza della dimora che nel ‘400 qui apparteneva ai nobili veneziani Morosini. Agli inizi del cinquecento la proprietà passò per via matrimoniale ai Corner. Situata lungo la strada che dal centro abitato di Castelfranco porta a Treviso, con i colli asolani che chiudono l’orizzonte a nord, la proprietà era circondata da una fertile campagna, ricca d’acque, con broli e frutteti che si estendevano verso settentrione. In uno dei primi disegni, risalente al 1571, viene raffigurata una turrita dimora con già un’ampia peschiera sul lato occidentale. Più tardi, nel 1607, l’architetto Vincenzo Scamozzi viene incaricato di ridisegnare il complesso. Vengono realizzati due imponenti palazzi gemelli e, sul retro, un giardino ritmato in modo geometrico. Scamozzi ne fa un’accurata descrizione nel suo libro L’idea dell’architettura universale. Il giardino era racchiuso da un muro di cinta, su cui poggiavano lunghe ‘cedrare’ smontabili, ed era ornato di pregevoli statue di Orazio Marinali. Un nobile russo, che visita il luogo nel 1697, lascia la descrizione, oltre che delle numerose statue del giardino, anche del “portone con due grossi pilastri a base quadra di meravigliosa fattura [che] sorreggono due cavalli di pietra bianca[…] eseguiti stupendamente tanto da sembrare vivi.” Nel ‘700, prospiciente questo ‘portone’, che segnava l’inizio di un lungo viale alberato, viene realizzata una seconda grande peschiera. Agli inizi dell‘ottocento, a seguito della decadenza della famiglia Cornaro, il complesso cade in rovina, i palazzi vengono abbattuti, il giardino ridotto ad arativo. A metà del secolo il complesso, venduto ai Reverdin, rinasce in forme completamente mutate. Il nuovo palazzo, opera dell’architetto veneziano Giovan Battista Meduna, viene costruito nell’angolo sud occidentale della proprietà e il parco impostato nel nuovo lessico paesaggistico, movimentando il terreno e creando collinette e avvallamenti. Intervengono anche Francesco Bagnara e il paesaggista francese Marc Guignon che disegna, oltrepassati i due possenti pilastri con cavalli, ornamento superstite dell’antico ‘portone’, il vasto anfiteatro della cavallerizza, dove riposiziona cinquantadue statue che ornavano il giardino formale settecentesco. Nel 1868 viene chiesta la consulenza di Antonio Caregaro Negrin, geniale architetto che progetta straordinari giardini in Veneto. A lui si deve la riorganizzazione di tutto il parco. Sfrutta i sedimi delle antiche peschiere, ne scontorna i bordi, unisce i bacini e così ottiene un incantevole lago di 1,5 ettari di superficie, con isolette collegate tramite ponti di ferro. Progetta la pittoresca cavana per il ricovero delle barche e straordinario è il suo disegno per la serra curvilinea in stile moresco.

Il parco è attualmente oggetto di un accurato restauro da parte dell’amministrazione pubblica che ne ha a cuore il recupero.

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Contatti

Borgo Treviso 73 - 31033 Castelfranco Veneto(TV)

http://villaparcobolasco.it

Altre info

Dal 21 marzo al 2 novembre.

martedì e giovedì: 10-12.30 e 15-17.30 (estivo) 10-12.30 e 15-19.30 domenica: 10-13 e 14.30-17.30 (estivo) 10-13 e 15.30-19.30,

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