Giardino di Ca’ Dolfin Marchiori

This post is also available in: English (Inglese)

TRATTO DA: “I giardini delle ville venete”, di Camilla Zanarotti, Silvana Editoriale, per gentile concessione dell’autrice.

Il grande palazzo, che dal quattrocento apparteneva ai Dolfin di San Trovaso prese le forme attuali, probabilmente su disegno di Vincenzo Scamozzi, alla fine del cinquecento. Ebbe successivamente vari passaggi di proprietà fino a che nel 1843 fu acquistato da Giuseppe Marchiori.

Domenico Marchiori, figlio di Giuseppe e trisnonno degli attuali proprietari, dopo studi matematici a Padova e un viaggio in Inghilterra, preferì seguire la sua vocazione artistica dedicandosi alla pittura e alla creazione di questo straordinario luogo. Tra il 1868 e il 1887 sui terreni retrostanti, che erano sempre stati coltivati a orto e vigneto, realizzò un incantevole parco in stile paesaggistico, sapientemente costruito in un susseguirsi di episodi che i suoi ospiti potevano seguire in barca, lungo un itinerario d’acqua. Oramai parte dei canali non sono più navigabili ma il parco mantiene inalterata la sua capacità di sorprendere il visitatore. Ecco dunque svelarsi all’improvviso, tra la boscaglia, la Casetta del Pescatore, un piccolo edificio posto a ponte sopra il corso d’acqua, le Grotte, luoghi oscuri e ipogei con rimandi esoterici, le Rovine romane collocate in una piccola radura tra alti alberi, dove si conservano frammenti lapidei e antiche colonne, la Cavana così chiamato l’approdo per le barche, la Casa Giapponese con le sue curiose porte ovali e le tracce di affreschi raffiguranti dame giapponesi, e la Pagoda Cinese, utilizzata come voliera per pavoni. Attraversato un monumentale portale neogotico in mattoni si procede lungo un maestoso viale di carpini. Un cancello, custodito da una aggrottata statua di Giove, introduce ad una delle sponde del corso d’acqua che porta al lago. Un tempo questo lungo canale era completamente coperto dalla vegetazione e con la barca si procedeva sotto una volta di rami ombrosi fino a raggiungere il Lago. Domina la scena una collinetta con alla sommità una Torre ‘neogotica’ il cui portale dà accesso alla Ghiacciaia. Ritornando verso il palazzo si raggiunge un altro laghetto al centro del quale vi è l’Isola della poesia, raggiungibile tramite un ponticello in legno. Il percorso prosegue lungo il viale delle viti di Cipro e costeggia il Brolo, un vasto spazio cinto da muri, adibito da secoli a frutteto, e riporta pian piano verso la nobile dimora, nella penultima ‘stanza’. Completamente circondata dall’acqua, racchiude un giardino circolare più formale, cui fanno ornamento antichi tassi topiati. Due eleganti e simmetriche serre neoclassiche, utilizzate per la protezione invernale dei vasi di agrumi, si appoggiano al muro perimetrale. Un ponticello, ornato da due panche in legno, introduce infine al giardino formale su cui affaccia il fronte interno del palazzo. Oltre alla straordinaria fantasia e sensibilità artistica del suo ideatore il parco mette in risalto il sapiente uso delle specie botaniche che producono straordinari giochi prospettici e raffinati cromatismi in tutte le stagioni.

 

This post is also available in: English (Inglese)

Contatti

Via Garibaldi 24 - 45026 Lendinara(RO)

0425642389

Altre info

3,50 euro

tutto l'anno

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione per fornirti una esperienza di navigazione personalizzata