Cece nero

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Il cece nero veniva utilizzavano, nei decenni passati, dalle famiglie contadine come fonte importante di proteine e di ferro, quando la povertà rendeva molto raro il consumo di carni animali.

Questo cece è una varietà molto resistente alla avversità, non viene mai irrigato, non teme il freddo e la siccità.

Naturalmente oggi non viene più coltivato a mano ma con semina e raccolta meccanica, eccettuati pochi contadini che seminano i ceci tra i filari di mandorli ed olivi, per sfruttare la proprietà concimante delle leguminose. Questa caratteristica varietà di cece è originaria di Cassano delle Murge, in provincia di Bari e la coltivazione avviene nei campi di Cassano, Acquaviva e Santeramo. La Murgia è un altopiano carsico di forma quadrangolare collocato all’incirca nella Puglia centrale, la parte che si trova in provincia di Bari viene definita dalle persone del posto “Murgia carsica” e si colloca a sud est di Bari.

Il cece nero della Murgia carsica è diverso, nella forma e nel colore, dal cece sultano comune: questo ecotipo locale ha una forma a chicco di mais, molto più piccola, con la buccia rugosa e irregolare, l’apice a forma di uncino, molto gustoso e ricchissimo di fibre (tre volte tanto la quantità presente in un cece comune) e di ferro. Grazie alla sua alta concentrazione di ferro, in passato era consigliato alle donne gravide. Non ha mai avuto un mercato florido, anche perché la sua buccia consistente richiede un tempo di ammollo di 12 ore e una cottura di circa due ore.

Il consumo del cece nero era legato ad un’antica tradizione locale, rimasta in vita fino all’inizio degli anni Sessanta.

Alla nascita di ogni bambino era consuetudine avvisare il parroco, portandogli in dono una gallina. Per tirare su la mamma dalle fatiche del parto ed il successivo allattamento, le preparavano il brodo di ceci neri, il liquido di cottura nero come petrolio e di consistenza gelatinosa ma molto nutriente.

Col boom economico degli anni Sessanta, l’abbandono delle terre degli agricoltori per le industrie ma soprattutto con la constatazione che fosse più giusto che la gallina la mangiasse la puerpera il cece nero ha rischiato di estinguersi, evento scongiurato da pochi contadini testardi.

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